Nazionalizzare, non basta la parola

  Guido Viale (Il Manifesto)

4/12/2012
Alla fine le parole fatidiche sono state pronunciate. «Confisca» (Passera e Cremaschi) e «requisizione» (De Benedetti e Leon), riferite all’Ilva di Taranto o forse a tutto il gruppo Riva; e «nazionalizzazione» (Hollande: riferita al gruppo Mittal, che vuole dismettere uno dei più antichi altoforni

Giù le mani dalla salute e dal lavoro

ILVA. APPELLO:

Il decreto con cui il governo ha autorizzato la produzione all'Ilva di Taranto viola il diritto alla salute, i diritti del lavoro e la Costituzione.
Per due anni si continuerà a produrre in condizioni di continuo attentato alla salute e alla vita dei lavoratori e dei cittadini, ribaltando il principio costituzionale che prima si risana e si mette in sicurezza e poi si produce.
Tutto questo scavalcando un atto dovuto della magistratura e cedendo ai ricatti di una azienda criminalmente latitante.
Quello del governo è un atto senza precedenti che cancella diritti e legalità nel nome del profitto e del mercato.
Un'altra strada è possibile e giusta. Espropriare Riva e pretendere il risarcimento di tutti i danni e il finanziamento degli investimenti necessari, affidare al potere pubblico con un reale potere di controllo dei lavoratori a cui  dovrà essere garantito il reddito, la gestione del risanamento e  di un piano industriale di ripresa produttiva. Questa è la sola vera soluzione che rispetti il diritto ad un lavoro sicuro e alla salute per i lavoratori e i cittadini.
Per questo esprimiamo solidarietà e sostegno tutti i lavoratori e ai cittadini di Taranto, pieno appoggio alla magistratura della città e chiediamo il ritiro del decreto del governo che deve essere sostituito, come primo atto, dalla nazionalizzazione dell'Ilva.
4 dicembre 2012



Giorgio Cremaschi (Rete 28 Aprile Cgil), Pierpaolo Leonardi (USB), Gianni Ferrara (costituzionalista), Carlo Guglielmi (Presidente Forum Diritti/Lavoro), Sergio Bellavita (Rete 28 Aprile Cgil), Fabrizio Tomaselli (USB), Luciano Vasapollo (Professore Università La Sapienza), Cesare Antetomaso (Resp. Associazione Giuristi democratici Roma), Franco Russo (Forum Diritti/Lavoro), Fabrizio Burattini (Rete 28 Aprile Cgil), Emidia Papi (USB),  Eliana Como (Rete 28 Aprile Cgil), Giuseppe Pellegrini (USB), Carlo Carelli (Rete 28 Aprile Cgil), Paolo Sabatini (USB), Franco Grisolia (Rete 28 Aprile Cgil), Umberto Fascetti (USB), Paolo Grassi  (Rete 28 Aprile Cgil), Rita Martufi (Centro Studi Cestes-USB), Associazione Giuristi democratici, Forum Diritti/Lavoro

ILVA soluzione a metà GALLINO

di Luciano Gallino da La Repubblica
L'ASPETTO più importante del decreto legge sull'Ilva sono a ben vedere le dichiarazioni del ministro Passera: se la proprietà non esegue quello che la nuova legge prevede il governo potrebbe varare la procedura di amministrazione controllata.
LAVORATORE OTTOBRE 2012

LETTERA APERTA A LANDINI su ILVA TARANTO

Siamo presenti da più di dodici anni con varie iniziative all’ingresso della Ferriera di Servola a Trieste, stabilimento siderurgico nel quartiere omonimo.
Abbiamo protestato assieme agli operai in occasione degli infortuni mortali che si sono succeduti in quella fabbrica e per la sicurezza sul lavoro. Abbiamo raccolto le testimonianze sulle condizioni di lavoro e rese pubbliche al posto di chi non poteva farlo perché stava nel mirino dell’azienda.

OPERAI E PADRONI, STRANA ALLEANZA

Alberto Asor Rosa

Giorni or sono ho pubblicato sul manifesto un articolo («Ma dove sono i partiti?», 13 luglio), in cui invitavo la futura concentrazione di governo di centro-sinistra a inserire fra i primi posti nella propria elaborazione il lavoro e l'ambiente; ma aggiungevo: «Niente di pacifico e di scontato, beninteso. Le mie esperienze degli ultimi anni mi spingono anzi a pensare che siano due fondamentali campi tematici in potenziale conflitto fra loro, soprattutto in tempo di crisi».

ILVA, I CORNI DEL DILEMMA

 Rossana Rossanda

«Purché le due cose - difesa dell'occupazione e difesa dell'ambiente - vengano fatte insieme». Così scrive Alberto Asor Rosa, in occasione del dilemma fra chiudere l'Ilva smettendo di contaminare la zona o lasciarla aperta contaminandola.

LA SINISTRA E L'ILVA

Neo-operaismo e neo-ambientalismo
OPINIONI 
 Alberto Asor Rosa
Ho letto con il consueto interesse ma anche con qualche stupore l'articolo («Ilva, i corni del dilemma», il manifesto, 31 luglio) di Rossana Rossanda, la quale commenta un mio articolo («Operai e padroni, una strana alleanza», il manifesto, 25 luglio) sulle questioni dell'Ilva di Taranto e molte altre connesse. Rossana ci ricorda che esiste la proprietà privata e che gli operai ne sono vittime, non complici.

ESPROPRIARE L'ILVA

gcremaschi“A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale” Articolo 43 della Costituzione.

ACCIAIO

Così tramonta un simbolo dell' industria italiana

L' acciaio è un m a t e r i a l e composto soprattutto di ferro, nonché di carbonio in misura inferiore al 2 per cento, più una dozzina di altri elementi presenti in una misura che varia da una frazione millesimale (il molibdeno) a oltre il 10 per cento (il cromo). Ha molte caratteristiche positive. Se si varia il tenore dell' uno o dell' altro elemento, si ottengono migliaia di tipi di acciaio dalle prestazioni

DUE DIRITTI DA DIFENDERE

È possibile che entrino duramente in conflitto la salute, diritto fondamentale della persona (art. 32 della Costituzione), e il lavoro, fondamento della Repubblica (art. 1)? Sì, è possibile. E non è la prima volta che, nelle piazze italiane, si pronunciano le terribili parole "meglio morti di cancro che morti di fame". Quando si è obbligati ad associare il lavoro con la morte, si tratti di produzioni nocive o di

TARANTO UNITA NELLA LOTTA

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Penso non vada affatto sottovalutata la portata dell’irruzione, avvenuta lo scorso giovedì, nella piazza dove stancamente si esibivano i soliti leader sindacali, di centinaia di operai dell’Ilva e cittadini di Taranto organizzati nel Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti, che hanno costretto i “bonzi” a interrompere precipitosamente il comizio rifugiandosi da qualche parte sotto la custodia delle forze dell’ordine, in uno slancio di apprensione e paura forse eccessive.

COMPLICITÀ DA EVITARE

IRREPARABILE.
Può avere anche ragione il ministro Corrado Passera a definire con un aggettivo così radicale il danno che deriverebbe dal blocco dell' Ilva di Taranto, la fabbrica dei veleni di cui la magistratura ha imposto il sequestro in nome della legge e della salute collettiva. Ma in questo caso il responsabile dello Sviluppo

Taranto : Una sfida che riguarda tutti


La fabbrica non si può difendere così com'è. È necessario un salto di qualità del centrosinistra e dei movimenti ambientalisti. Il dramma sociale che si sta consumando a Taranto era largamente annunciato. Altrettanto prevedibili le divisioni fra i lavoratori esplose in piazza.

INTERVISTA A QUELLI DELL'APECAR

Intervista a Cataldo Ranieri del comitato lavoratori e cittadini liberi e pensanti di DAVIDE COBBE, DEVI SACCHETTO, LUCA COBBE

Iniziamo chiedendo a Cataldo quali sono le prossime mosse.

Che cosa ha intenzione di fare adesso il Comitato?

IL MANIFESTO intervista QUELLI DELL' APE CAR

L'OPERAIO - Quelli dell'Apecar, i «liberi e pensanti»
«È giusto così, in azienda facevano finta di nulla»

I padroni chiuderanno in ogni caso. Allora è meglio lavorare per uno spegnimento graduale, in 3-4 anni
Qualcuno l'ha definita «la rivoluzione dell'Apecar»; qualcun altro, invece, semplicemente la risposta libera degli operai più coraggiosi che si sono sottratti alla morsa dell'Ilva e alla contrapposizione tra lavoro e salute.

Intervista segretario FIOM Puglia


IL SINDACALISTA - Stefanelli, segretario regionale Fiom
«Adesso è tutto più difficile, si è interrotto un percorso»

FIM E UILM CONTRO LA MAGISTRATURA

Ilva, Fim e Uilm trascinano le tute blu contro la magistratura. 
Oggi ancora blocchi 

Continua la protesta delle tute blu dell’Ilva di Taranto: oggi e giovedì 16, come già avvenuto ieri mattina, gli operai di Fim e Uilm torneranno a bloccare le statali 7 e 106 ionica